Bologna

Emilia-Romagna,boom di nuovi precari: 119mila pagati coi voucher

I voucher 
L’anno scorso 14,3 milioni di ticket. L’allarme di Colla della Cgil: “Sistema illegale, rischia il welfare”
1 minuti di lettura
Dovevano servire a far emergere lavoro nero e regolarizzare lavoretti occasionali. Ma il vero e proprio boom registrato dall’uso dei voucher, i buoni lavoro, anche in Emilia-Romagna racconta un’altra storia. Fatta di ex-precari divenuti ultra-precari, di “neristi” che continuano a restare sconosciuti al fisco e di ticket tirati fuori dal cassetto solo quando arriva l’ispettore. Lo testimonia l’Inps e alcune ricerche commissionate dai sindacati, presi alla sprovvista da un fenomeno difficilmente intercettabile anche per loro.

I numeri. Nel 2015 la nostra regione è stata la terza più “voucherizzata” d’Italia dopo Lombardia e Veneto con oltre 14,3 milioni di buoni venduti, quasi 6 milioni in più rispetto all’anno precedente per una crescita del 63% (in Italia è del 66%), che arriva dopo un altro record fra 2013 e 2014: +81%. E i primi due mesi del 2016 confermano questa tendenza con 2,5 milioni di ticket e un aumento del 41% rispetto a gennaio e febbraio 2015. Più di un voucher su dieci venduto in Italia dunque viene staccato tra Piacenza e Rimini, tra cui oltre 3milioni l’anno scorso solo nella provincia di Bologna. Si acquistano soprattutto dai tabaccai, dove nel 2015 sono stati acquistati oltre 9 milioni di voucher, seguiti dagli acquisti nelle banche (2,4 milioni) e su Internet.

Dal commercio all'agricoltura. Varati nel 2003 essenzialmente per agricoltura e altri settori marginali, nel corso degli anni il loro uso è stato ampliato ad altri settori, è caduto il riferimento all’occasionalità del rapporto di lavoro e poi è stato aumentato anche il tetto massimo di reddito percepibile, passato nel 2015 da 5mila a 7mila euro netti annui. Da qui l’esplosione degli ultimi due anni e i problemi nei controlli, che hanno spinto il governo a intervenire. In Emilia-Romagna i voucher vengono usati soprattutto nel commercio (17% del totale), nel turismo (16%) e nei servizi (12%), l’agricoltura rimane marginale e c’è una enorme sacca sconosciuta, classificata come “Altre attività” dall’Inps, che inghiotte il 43% dei buoni. Secondo la Uil i lavoratori che hanno riscosso almeno un voucher nel corso del 2014 (ultimi dati disponibili), in Emilia sarebbero stati più di 119mila, con una media di 69 voucher a testa.

"Aumenta il precariato". "Il voucher è diventato un ulteriore elemento di destabilizzazione, che fa aumentare precariato e lavoro nero — spiega Riberto Neri, della Uil — Specie in Emilia-Romagna, dove temiamo possa sostituire gli altri contratti usati per turismo e ristorazione". "È uno strumento che viene utilizzato per mettere illegalità nella legalità, per lavoratori senza posto che accettano di tutto e ragazzi usati come elastici — aggiunge Vincenzo Colla, segretario della Cgil — un mercato del lavoro parallelo che può mettere in crisi il sistema di welfare".